In tendenza

Francofonte, tentato suicidio. Il compagno non era in casa al momento del gesto estremo

Secondo quanto sostiene l’avvocato  Antonella Schepis, difensore del compagno della 40enne originaria della Tunisia, il gesto della donna non sarebbe scaturito da una precedente lite con il compagno ma dalla sua intenzione di voler ritornare nel suo paese di origine

“Il compagno della donna non era in casa quando la stessa ha prima lanciato dal balcone di casa le sue due figlie per poi gettarsi nel vuoto“. Lo afferma l’avvocato Antonella Schepis, difensore del compagno della 40enne originaria della Tunisia, protagonista della drammatica storia avvenuta stamane a Francofonte.

Secondo la ricostruzione del difensore, il gesto della donna non sarebbe scaturito da una precedente lite con il compagno. Da tempo, la donna avrebbe manifestato l’intenzione di tornare nel suo paese di origine e questo le avrebbe provocato uno stato di malessere. Dalla testimonianza della difesa dell’uomo, stamane la tunisina era in casa con le figlie, una di 18 mesi l’altra di 2 anni, assieme alle zie del compagno, con quest’ultime che stavano giocando con le piccole. Secondo quanto riferisce l’avvocato, la tunisina avrebbe afferrato a turno le bambine lanciandole dal balcone, posto al primo piano della palazzina. Le prime a prestare soccorso alle vittime sono state le zie che hanno poi chiesto l’intervento dei soccorsi e delle forze dell’ordine. I vigili del fuoco hanno poi sistemato un materasso ai piedi dell’immobile visti i propositi di suicidio della donna che aveva raggiunto il terrazzo. Si è lanciata ma il suo corpo non è finito del tutto sul gonfiabile, al punto da procurarsi delle fratture. Le bimbe sono ricoverate ma non sembrano in gravi condizioni. Sul caso indagano i carabinieri che hanno già iniziato gli interrogatori.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni