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Il Kouros di Lentini esposto al museo archeologico per un anno: il 22 aprile l’inaugurazione

Il Kouros sarà esposto al museo archeologico regionale di Lentini dal 23 aprile di quest'anno fino  al 20 aprile dell’anno prossimo

Dopo varie e discusse vicissitudini il Kouros,  progetto del compianto assessore regionale Sebastiano Tusa scomparso in un tragico incidente aereo, sarà esposto al museo archeologico regionale di Lentini. L’inaugurazione in collaborazione tra l’assessorato Regionale alla Cultura, il parco Archeologico Leontinoi Megara, Archeoclub, i Comuni di Lentini e  Carlentini, si svolgerà il 22 aprile prossimo alle ore 11. Il Kouros resterà esposto al museo di Lentini fino al 20 aprile dell’anno prossimo.

L’antica scultura greca, raffigurante un giovane nudo, è una creazione artistica con funzione funeraria o votiva, molto diffusa nel periodo arcaico e classico.  I restauratori, dopo lungo studio, hanno deciso di ricongiungere due diversi pezzi di scultura –  il  torso già conservato a Siracusa, nel Museo Archeologico Paolo Orsi, e della cosiddetta Testa Biscari, che si trovava a Catania, presso il Museo Civico di Castello Ursino- rinvenuti in epoche diverse, ossia tra il Settecento e i primi del Novecento,  a Lentini, l’antica Lentinoi, una delle prime colonie greche di Sicilia.

Il meticoloso intervento conservativo è stato eseguito nei laboratori del Centro Regionale Progettazione e Restauro dove  venne portato  a termine con successo l’assemblamento grazie al sostegno di Fondazione Sicilia.

La battaglia per riportare il Kouros nel museo archeologico di Lentini fu intrapresa dal sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio e dall’allora sindaco di Lentini Saverio Bosco in sinergia con le associazioni del territorio con lo scopo di  rivendicare il diritto delle due comunità. Nel 2020 fu organizzata  una raccolta firme inviata alla Regione e   alle  autorità preposte per evidenziare la posizione delle due comunità.

Dal 23 aprile in poi non è difficile immaginare la folla di persone che davanti al museo archeologico regionale farà la fila per vedere il suo “carusu”.

 


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