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In provincia di Como Brigadiere spara e uccide il comandante, tra i militari rimasti chiusi in sicurezza anche uno di Francofonte

Per tutta la notte i Gis hanno negoziato con il militare barricato in caserma

Hanno fatto irruzione nella caserma di Asso solo all’alba, in provincia di Como, i carabinieri che per tutta la notte hanno trattato la resa del brigadiere asserragliato dopo aver sparato al comandante della stazione uccidendolo. Il militare sarebbe uscito zoppicando prima di essere preso in consegna dai colleghi.

Antonio Milia, il brigadiere dei carabinieri che ha sparato uccidendo il comandante Doriano Furceri, era asserragliato in caserma dalla tarda serata di ieri. Un mediatore ha trattato tutta la notte con lui. Gli ostaggi sono liberi e illesi. Erano una donna carabiniere, che ha trascorso la notte chiusa in una camerata, in sicurezza e le famiglie degli altri militari, che si trovavano negli alloggi di servizio, a distanza dall’assalitore. Tra questi anche uno di Francofonte.

Testimoni raccontano di aver sentito un primo sparo, seguito da altri due colpi di pistola.  Il militare si sarebbe poi asserragliato nella caserma puntando le armi contro chiunque si avvicinasse. Per tutta la notte l’area è stata circondata e blindata da numerose auto dei carabinieri per impedire a chiunque di avvicinarsi alla caserma. Nell’area operativa sono intervenuti  da Milano i reparti del Gis, gruppo d’intervento speciale dell’Arma.

Milia secondo fonti accreditate era stato ricoverato in passato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale di San Fermo della Battaglia poiché affetto da problemi di disagio psicologico. Poi era stato dimesso ed era rimasto in convalescenza per diversi mesi. Giudicato idoneo al servizio da una commissione medico ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni ed attualmente era in ferie.


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