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Lentini, crisi politica. Polo autonomista lentinese: “il patto civico era solo un cartello per vincere le elezioni”

L’analisi sulla natura del patto civico e sulla vicenda della crisi politica è racchiusa in una nota diffusa a firma dei  Consiglieri Comunali Silvana Bosco Santocono, attuale presidente del Consiglio, Gianmarco Di Grande   Carlo Vasile, Giuseppe Vasta e Alessandro Vinci che fanno parte del polo autonomista entinese

Attraverso una nota diffusa, i componenti del  polo autonomista lentinese, Consiglieri Comunali Silvana Bosco Santocono, attuale presidente del Consiglio, Gianmarco Di Grande, Carlo Vasile, Giuseppe Vasta e Alessandro Vinci hanno voluto fare un’analisi sulla vicenda che riguarda la crisi politica a Lentini, evidenziando, secondo il loro punto di vista, la vera natura del patto civico:

Proviamo, con umiltà, a fare un po’ di chiarezza in ordine ai primi ventiquattro mesi di questa esperienza amministrativa.

Il 14 settembre scorso il sindaco di Lentini ha azzerato l’intera giunta municipale del  “Patto Civico”, ufficializzando – di fatto – la crisi politica all’interno della sua maggioranza. Oggi, il sindaco governa con tre assessori “a tempo” e senza deleghe assegnate, contando sull’appoggio di quattro consiglieri (ciò è emerso chiaramente dall’ultima seduta del Consiglio).

Ma cos’era il “Patto Civico”, il cui epilogo è stato formalizzato con l’azzeramento della giunta?

Il “Patto Civico” era una coalizione (o meglio, un cartello) elettorale, costituitosi   allo scopo di vincere le scorse elezioni amministrative e governare la Città.

Da quali forze politiche era formato il “Patto Civico”?

Il “Patto Civico” raccoglieva al suo interno diverse anime comprendenti l’intero “arco costituzionale” della politica lentinese degli ultimi vent’anni, nello specifico:

1)“Lentini Operosa”, lista che ospitava candidati di “Articolo 1” e Partito Democratico;

2)“Movimento 5 Stelle”, ad onor del vero l’unica forza politica della coalizione presente con il proprio simbolo;

3)Per Lentini”, lista che ospitava candidati del mondo civico e delle professioni, ma anche esponenti della Destra sociale (ex Msi e Alleanza Nazionale);

4)un candidato sindaco chiaramente di espressione del centro-destra, avendo militato in Forza Italia, quale coordinatore cittadino ed anche assessore – seppur per un breve periodo – in una giunta sempre di centro-destra

5) al turno di ballottaggio, il “Patto Civico”, poi,  allargava alla lista “Reale Sindaco”, vicina alle posizioni del MPA del Presidente Lombardo. 

Quindi, un cartello elettorale molto diversificato! Vinte le elezioni, già alla prima seduta del Consiglio Comunale, quella di insediamento tanto per intenderci, il “Patto Civico” mostrò i primi chiari segnali di cedimento: infatti, nelle prime due votazioni del presidente del Consiglio, sebbene poteva “contare” su una maggioranza di ben dieci consiglieri, non riuscì nell’intento di eleggere la massima carica dell’assemblea, tanto che il capogruppo di “Lentini Operosa” (oggi, “Rete Civica”), a nome della coalizione, chiese ed ottenne di rinviare ad altra data la seduta del Consiglio. Tradotto, non erano bastati 6 mesi di campagna elettorale, più un altro mese dall’insediamento del sindaco, per trovare la quadra sulla spartizione delle poltroncine. Anche sull’ultimo strapuntino rimasto, ossia la presidenza del consiglio, stavano ancora litigando.

Poi, 22 mesi di governo della giunta del “Patto Civico” e l’azzeramento del settembre scorso.

Qual è il nostro giudizio sulla giunta del “Patto Civico”? NEGATIVO. Senza se e senza ma.

Tuttavia, per onestà, abbiamo avuto modo di apprezzare unicamente 2 risultati raggiunti: il primo, la fuoriuscita dal dissesto finanziario;

il secondo, avere impedito ulteriori ampliamenti della discarica più estesa del meridione che insiste nel nostro territorio.

Eccoci ad oggi.

Il sindaco, proposto e voluto dalle liste costituenti la coalizione del “Patto Civico”, non dispone di una maggioranza in consiglio comunale.

Quindi cosa fare? Premettiamo che non tocca a noi, quale gruppo consiliare del “Polo Autonomista Lentinese”, salvare il primo cittadino da una eventuale mozione di sfiducia, né risolvere la crisi all’interno della sua ex maggioranza. Tuttavia riteniamo che, interrompere adesso questa esperienza amministrativa, con una mozione di sfiducia al primo cittadino, non sia la soluzione ideale.  

Sul punto, concordiamo, con la riflessione esposta dall’ex sindaco Saverio Bosco, secondo il quale la nostra comunità deve provare a non perdere l’opportunità data dai fondi del PNRR, opportunità che potrebbe consentire alla nostra città di rifiorire.

Tradotto, dopo i danni della giunta del “Patto Civico”, necessita evitare la beffa di perdere la chance (unica, ultima e irripetibile) di fare qualcosa di veramente positivo per la città. In tale contesto, ravvisiamo opportuno garantire continuità a questa esperienza amministrativa, per il tempo strettamente utile e necessario a conseguire la finalità previste dal PNRR, attraverso un governo “per la Città” che coinvolga tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di minoranza. E’ questo il momento della responsabilità, che non ammette deroghe verso “comode” vie di fuga”.


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