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Lentini, triplice omicidio: chiesto l’ergastolo per Adriano Rossitto

Il lentinese, ex titolare dell’impresa di pompe funebri, sarebbe ritenuto responsabile della morte dell’ex bancario Francesco Di Pietro, di Francesca Oliva e di Lucia Marino

Nel corso della requisitoria, i Pm  Salvatore Grillo Grillo e Maria Chiara Vedovatoi hanno chiesto alla Corte d’Assise la condanna all’ergastolo per Adriano Rossitto, il lentinese ritenuto responsabile della morte di tre persone. Secondo l’accusa Rossitto sarebbe l’autore dell’omicidio dell’ex bancario Francesco Di Pietro, di Francesca Oliva all’epoca dei fatti 89 anni e della figlia di quest’ultima Lucia Marino, 55 anni.

Il primo omicidio risale al 19 agosto del 2019 quando durante i festeggiamenti di Santa Lucia, il corpo di Di Pietro venne rinvenuto nelle campagne di Carlentini chiuso in una body bag. Gli altri due omicidi risalgono a luglio del  2021 quando i corpi senza vita di Francesca Oliva e della figlia Lucia Marino, vennero trovati a distanza di poco tempo in due punti della città. La più giovane nella sua casa di via Gorizia in stato di decomposizione, la madre all’interno di una bara in un magazzino di  via Murganzio utilizzato da Rossito come deposito. Dai rilievi e dall’esame autoptico per madre e figlia  si trattò di morte violenta.

Pur ammettendo che dalle perizie e dall’istruttoria dibattimentale non sia emersa una prova schiacciante sulla responsabilità dell’imputato rispetto alla morte dell’ex bancario Di Pietro il pm Grillo ha invocato la condanna all’ergastolo per quest’episodio.

Diversa e più articolata è stata la  requisitoria per il duplice omicidio di madre e figlia durante la quale sarebbero emersi anche altri particolari.  Il magistrato, tra le altre cose, ha fatto riferimento a un foglio con degli appunti ritrovato in casa delle vittime in cui erano trascritte le somme, circa 60 mila euro, che per l’accusa sarebbero da ricondurre a interlocuzioni con l’imputato. Oltre al triplice omicidio, gli inquirenti, accusano Adriano Rossitto anche del reato di truffa per la cessione di loculi cimiteriali senza averne alcun titolo.

Dopo la requisitoria dei Pm, la parola è toccata ai legali delle parti civili. L’avvocato Lucia Ganci, patrocinatrice delle parti civili legate alle due donne, l’avvocato Santi Terranova per Di Pietro e Gaetano Fiamma per le parti offese, vittime della presunta truffa, si sono associati alle richieste dei due pubblici ministeri.

Il 9 gennaio, durante una nuova udienza, al legale della difesa avvocato Giuseppe  Cristiano spetterà il compito di smontare le accuse mosse a carico del suo assistito e di convincere la Corte d’Assise della sua innocenza.


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